VITTORIA IN CORTE D’APPELLO PER DUE FAMIGLIE OMOGENITORALI: POTREBBE CAMBIARE QUALCOSA ANCHE PER I GENITORI TRANSGENDER?

16 Febbraio 2024

Nel 2019, a pochi giorni dall’entrata in vigore del cosiddetto “Decreto Salvini”, mi sono recato in uno degli sportelli anagrafe della mia città per fare la carta d’identità a mia figlia minorenne.
L’impiegata che doveva assolvere la mia pratica andò nel panico: cosa doveva fare di questa minorenne che presentava due genitori di genere maschile?
Come poteva inserirli nel nuovo sistema che aveva cambiato la dicitura precedente “Genitore” in quella di “Madre” e “Padre”.
Dopo aver passato diverso tempo a spiegarle che io ero un uomo transgender e nel contempo la madre biologica di mia figlia e che entrambi i genitori, di genere maschile, avevano la responsabilità genitoriale sulla minore , sono dovuto ritornare allo sportello anche il giorno dopo, perché, no, quella impiegata non voleva credere che poteva inserire quei genitori nel documento di mia figlia. “Come faccio ad indicare nel campo “Madre” un nome e un codice fiscale maschile?” continuava a ripetere in preda allo spavento.
Naturalmente il giorno dopo la carta di mia figlia è stata fatta e con i genitori che mia figlia ha legalmente, io e suo padre. Un documento molto queer, dal momento che era scritto che io, maschio, ero la madre di mia figlia.
Adesso, dopo la doppia sentenza della Corte d’Appello di Roma del 15 febbraio 2024 che indica «applicare la dicitura ‘genitori’ o altra dicitura che corrisponda al genere del genitore sulle carte d’identità elettroniche rilasciate a persone minorenni», queste disavventure di molti genitori transgender alle prese con i documenti dei figli minori potrebbero cessare.
Rimane da capire se il Ministero deciderà di disapplicare per tutte le famiglie il “Decreto Salvini” e ritornare alla situazione precedente con la dicitura “Genitore” (e non “Genitore 1” e “Genitore 2”, come la solita mala stampa continua a diffondere) o se ogni famiglia omo – transgenitoriale dovrà fare causa per vedere applicato quanto indicato in queste sentenze e cioè che la carta d’identità deve rispecchiare la realtà familiare di quel minore.”

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