23 Febbraio 2015
Sono una donna transgender, almeno per il momento posso definirmi così, ho 55 anni e sono padre di tre stupendi figli avuti dalla lunga relazione con una donna meravigliosa, nati dal nostro amore.
Mi chiamo Annalisa.
La mia storia risale ai primi anni delle elementari, quando ancora figlio unico, andando a scuola dalle suore sentivo dentro di me il desiderio di essere una di loro: poi la nascita di mia sorella e dopo soli due mesi la sua morte. Ricordo il grande dolore di tutti noi ed in special modo quello di mia madre. Fu allora che iniziai in modo sistematico ad indossare, di nascosto, l’intimo di mia madre.
Questa cosa andò avanti per tutta la mia vita passando attraverso due matrimoni, dall’ultimo dei quali ebbi questi tre meravigliosi doni. Purtroppo solo negli ultimi 5 anni ho sviluppato la consapevolezza di me e coraggiosamente e disperatamente ho intrapreso il lungo viaggio verso la trasformazione. Arrivando al punto di volerlo dire ai figli mi sono avvicinata al gruppo RGR di Torino, appunto per supporto e per comprendere i meccanismi di questo delicato coming out, che deve ancora avvenire perché la mia vita è spezzata in due parti …una quella di Annalisa e l’altra quella di padre, lavoratore e maschio “insospettabile” nel resto del mondo.
Ma quello di cui volevo raccontarvi è un’altra cosa. Io sono anche un’apprendista artista come mi piace definirmi: so ballare, un po’ cantare e ora da tre anni a questa parte ho cominciato ad interessarmi di teatro. A parte la fase iniziale di approccio molto timido e ovviamente sotto le mentite spoglie maschili, ora da circa 1 anno e mezzo chi si propone è Annalisa.
A settembre mi è capitato di leggere su facebook che un gruppo teatrale di fuori Torino stava cercando degli attori e in particolare un ruolo femminile per un Musical per bambini centrato sulla figura di Mary Poppins. No, non era Mary Poppins di cui avevano bisogno, ma di una delle tate in particolare la Tata Katie, l’ultima a occuparsi dei bambini prima dell’arrivo di Mary Poppins.
Così mi sono presentata e dopo un colloquio con la responsabile del progetto ho partecipato al mio primo casting per la parte. In quell’occasione sono riuscita ad ottenere la parte essendo risultata più convincente delle altre aspiranti.
Così è cominciata quest’avventura!
Prove durante le quali conoscevo sempre più persone, l’incognita della loro reazione alla mia figura non propriamente “canonica”. Invece ho incontrato delle persone che di volta in volta rimanevano affascinate da me …e per alcune anche dalla mia storia. Pensavo che essendoci dei bambini che cantavano nel coro e che danzavano potessi avere dei problemi, invece si è stabilito subito con le bambine del coro un rapporto tra “ragazze”, in fin dei conti anche io sono piccola:….sono nata 5 anni fa…. e quindi sono come loro. Un giorno ci siamo trovate tutte intorno ad un tavolino a bere una cioccolata calda, …e poi a me i bambini piacciono, d’altra parte ho tre figli. E i bambini ti restituiscono quello che percepiscono da te.
Non vi dico poi alle prove successive in teatro, le ultime, addirittura mi facevano ciao con la manina! Che bello!!! Mi sono sentita accettata dai piccoli, dagli adulti e coccolata anche dai più vecchi e saggi. Ho percepito il loro rispetto e mi piace pensare anche la loro ammirazione per il mio coraggio, chissà. Non ho mai visto strani atteggiamenti e strane espressioni. E allora ho pensato che forse una speranza di vita serena e normale potesse essere possibile!
E poi la sera della prima….. successo …. Per la compagnia, ma soprattutto per me che nel mio piccolo vedevo realizzato un piccolo sogno artistico ed un grande sogno di persona umana!!
Chi mi conosce dice che dipende anche da come uno si presenta in mezzo alla gente e che io in questo sarei una maestra: può darsi, ma a me piace pensare che ormai ci sia anche un po’ di comprensione ed empatia della gente che ho incontrato. La gente è cambiata, le cose cambiano, ma sta anche a noi far vedere che siamo persone come loro di carne ed ossa con gli stessi sentimenti, passioni, problemi e disperazioni. E questo si ottiene solo stando in mezzo a loro ….e non più per conto nostro.
In fin dei conti abbiamo un modo diverso di amare o siamo fatti in modo diverso.
Annalisa