8 Giugno 2012
Rete Genitori Rainbow aderisce con piena convinzione al Pride di Bologna nella modalità di svolgimento definita dal comitato Bologna Pride 2012
L’appuntamento per sfilare con noi domani è presso l’ingresso del Giardino in Porta Saragozza dalle ore 14.30
qui di seguito il link alla mappa http://goo.gl/maps/dxfd
Vi aspettiamo domani 9 Giugno a Bologna
Rete Genitori Rainbow
Fabrizio Paoletti, Cecilia d’Avos, Valentina Violino, Alessandro Ozimo
di seguito riportiamo le dichiarazioni che Fabrizio Paoletti e Cecilia d’Avos hanno rilasciato a Marinella Zetti per l’intervista (link) agli esponenti del movimento LGBT sulle modalità di svolgimento del Pride
Fabrizio Paoletti:
“I gay pride sono manifestazioni per la rivendicazione dei diritti ma da sempre associano ai contenuti politici una parte ben evidente di festa, festa che certo contraddice la realtà quotidiana delle persone LGBT che sovente si trovano a doversi nascondere nei diversi ambiti della nostra vita, a partire dalla famiglia, sul lavoro, nei diversi ambienti culturali e sociali in cui siamo inseriti e che spesso non sono accoglienti per noi.
per questo i gay pride rovesciano il quotidiano ed offrono una visione di gay lesbiche e trans* liberati che festeggiano e si esprimono liberamente nella totalità del loro essere.
Ma in questo contesto, in una regione così ampiamente colpita da lutti e disgrazie fare una festa è impossibile, sarebbe stato cieco e poco rispettoso non considerare le difficoltà delle persone che hanno subito disagi, lutti e perdite , non avremmo potuto sfilare allegrametne come se niente fosse accaduto di lì a pochi chilometri.
Una dimostrazione di rivendicazione però è sempre possibile quindi ed è giusto sfilare per mostrare che ci siamo e che anche il mancato riconoscimento dei nostri diritti non si ferma di fronte alle disgrazie, che toccano tutti davvero indiscriminatamente e nelle quali forse le persone omosessuali e trans non solo continuano a non essere considerate ma forse si ritrovano qualche difficoltà in più per non esser riconosciuta la loro unione di coppia, il loro essere nuclei familiari, le difficoltà di mantenere un rapporto con il proprio compagno o compagna in quei contesti.
Le nostre rivendicazioni non si fermano, perchè non smettono le discriminazioni di cui siamo oggetto, saremo quindi a Bologna a sfilare per dare a tutte e a tutti piena dignità ma nel rispetto di questo momento sfileremo senza carri e senza musica ad alto volume, canteremo però e grideremo ad ata voce che ci siamo che non possiamo essere ignorati e che è sempre più necessario il riconoscimento della dignità e dei diritti di tutt* noi, single, famiglie, e genitori che siamo parte integrante e tessuto della società italiana in questo stato che ignora per legge le nostre esistenze”.
Cecilia d’Avos
“La domanda “cosa pensi della decisione di fare una parata sobria?” solleva due questioni certamente distinte, ma che rischiano di creare confusione.
Il momento che l’Emilia Romagna sta vivendo non deve essere ignorato: un Pride tutto carri, musica e balli, proprio in quella regione, sarebbe stridente, decisamente fuori luogo.
Quindi plaudo senz’altro alla decisione di optare per un Pride non chiassoso e di unire gli sforzi per dare realmente una mano a chi si trova a vivere il dramma del terremoto.
Al di la’ della situazione contingente, pero’, rifletto (in generale!) sulla richiesta di “sobrieta’” riferita al mondo LGBT. E trovo nasconda un ragionamento insidioso.
Il desiderio di Pride senza “esibizionismi” viene anche da parte della popolazione omosessuale. Si sostiene spesso che una parata con immagini forti non dia poi credito alla richiesta di pari diritti.
E’ una tesi che sembra logica ma che, temo, contenga una pericolosa deriva moralistica: il desiderio di adeguamento alla “norma etero”.
L’omosessualita’ non e’ solo attrazione per una persona del proprio genere, cosi’ come la transessualita’, il transgenderismo e la realta’ queer, hanno un portato piu’ vasto che non il rapporto tra corpo e identita’. Le nostre sono vite che – oggi – rompono uno schema.
Il mio timore e’ che la richiesta di sobrieta’ (non sto ovviamente parlando della decisione, sacrosanta, relativa a questo Pride bolognese) sia la riedizione del classico e urticante “Nulla contro gli omosessuali, basta che non ostentino!”.
Il bellissimo documento politico del Roma Pride 2012 afferma tra l’altro: “Il Pride è il momento di massima espressione della nostra battaglia per il riconoscimento della parità, dignità e libertà di vivere e amare senza ingerenze religiose, moralistiche e ideologiche”.
Ingerenze nei cui confronti il movimento LGBT deve tenere la guardia alta.
Mi piacerebbe piuttosto che i giornali e le televisioni restituiscano al pubblicao la vera realta’ dei Pride dando risalto anche alle tantissime persone che sfilano in jeans e maglietta, accanto a chi desidera incarnare aspetti piu’ trasgressivi.
Fermo restando, quindi, che questo Pride nazionale sara’ giustamente sobrio, proprio non vorrei passasse l’idea che nei tanti Pride in giro per l’Italia e per il mondo, le persone lesbiche, gay e t* debbano “moderarsi”.”