17 Giugno 2011
Lettera di Sybilla , mamma trans, a Rete Genitori Rainbow
Salve,
sono una donna…se mi fermassi qui probabilmente…ma finisco la frase: sono una donna transessuale con 2 figli…eh? che hai detto? due figli? Ma partiamo dall’inizio.
Nasco biologicamente maschio, passo un’adolescenza finta tentando a fatica di emulare i miei compagni maschietti ma prima ancora, davanti alla scelta di impersonare un eroe dei cartoni animati dell’epoca, mi immedesimavo in Je
nny la tennista e “facevo” la femmina. Mia madre voleva una bambina ma si arrabbiava nel trovare la sua biancheria e i suoi vestiti nascosti nella mia cameretta. I miei compagni non mi consideravano e mio padre era deluso che non fossi un atleta in erba come i figli dei suoi amici. Ho vissuto come “ragazzino” fino all’età di 18 anni, quando un vento liberatorio s’impossessò di me, tinsi di biondo platino i miei capelli già lunghi fino al sedere, iniziai ad andare a scuola col viso ben truccato e dichiarai il mio amore ad un ragazzo che frequentava il mio stesso corso e imparai a camminare sui tacchi. Da quel momento iniziò la vera esclusione sociale, erano i primi anni 90 in un paese turistico ma bigotto in cui solo la parola “gay” faceva tremare le pudiche coscienze, niente di paragonabile a quello che sarà la cultura Friendly nei vent’anni a seguire. Dopo l’esclusione e il rifiuto da parte della società, arrivò la repressione della mia personalità e l’incontro con una ragazza nonchè colei che sarà la mia futura moglie e, visto che ancora non ero in terapia ormonale e le funzioni sessuali maschili non facevano parte ancora dell’archeologia, madre biologica dei miei figli. Arriva così come uno tsunami il matrimonio. Per ovvi motivi non ha funzionato, non povevo essere io il marito, lo sposo, il maschio. Tralascio volutamente il racconto delle sensazioni e dei sentimenti, delle frustrazioni di una persona nata donna in un corpo maschile. Ero una persona annullata e non me ne rendevo conto, vivevo come un automa.
Dopo qualche anno, in cui nel frattempo lavoro come libera professionista nel campo della comunicazone ( ambiente in cui sembra ci siano persone aperte e invece sono più bigotte che in Vaticano ), arriva la separazione giudiziale con addebito. Nemmeno trentenne e già due figli, un matrimonio finito alle spalle, una ex moglie che nel frattempo si era accompagnata con un operaio rude, peloso e virile che spesso visitava allegramente la casa coniugale e un’esistenza vissuta come in un film, nel senso di finzione. Così parte tutto l’iter giudiziario tra avvocati ( io, che non avevo mai preso nemmeno una multa ), giudici, periti nominati dal tribunale, ctu, false denunce ( da cui ovviamente sono stata assolta ). Dicono che ciò che non uccide rinforza…beh, in questa mia forza nel sopportare tutto questo, ho sempre visto la forza di una donna, non quella di un uomo…tanti uomini che ho conosciuto sarebbero andati fuori di testa, avrebbero fatto qualche follia ( parlo di coloro che ho conosciuto ). E adesso ho la corazza!
Ma arriviamo alle cose belle: i miei bambini ( a cui ho sempre fatto da mamma ) sono stati affidati a me! O meglio, l’affido è condiviso, per legge, ma il domicilio prevalente e residenza sui documenti è presso di me..ovvero presso il padre, legalmente….presso la madre di fatto! E di fatto un affidamento! A parte dire che questa è stata una vittoria sul piano pratico, una di quelle utopie che raramente diventano realtà, la sentenza del presidente del tribunale ( tutt’ora in vigore ) mi ha gratificato molto come donna per ovvi motivi!! Una sentenza per il cui risultato tanto ho lottato, ma anche qui tralascio, servirebbero pagine e pagine.
Dico però che nei verbali d’udienza, la mia femminilità, il mio truccarmi ecc, sono cose che sono state usate contro di me, inoltre le udienze sono pubbliche!
Nei tre anni successivi ho iniziato una terapia psicologica e una terapia ormonale sostitutiva per adeguare il corpo alla mente, ovvero per transizionare da maschio a femmina…Ma le Ctu proseguono. In altri post spiego molto brevemente gli effetti della transizione connessi alla mia vita di genitore così come pure le CTU.
Nel frattempo, decido di iscrivermi all’università. Oggi ho 34 anni, sono una donna trans, lesbica e di sinistra..pensa un pò, li ho tutti io i difetti!!! Beh, forse di “sinistra” è una parola pesante, diciamo che sono per lo stato di diritto, per la legalità e il rispetto dell’ambiente. Sono laureata in Storia Medievale e parlo due lingue, separata, sola con due figli e con un lavoro mooolto saltuario e precario. Ho conosciuto il cambiamento nel modo di porgersi degli uomini nei miei confronti, la differenza degli sguardi e dei commenti maschili tra mettersi gonna e tacchi a spillo oppure jeans e scarpe da tennis, ho conosciuto la perdita della mia professione perchè considerata non adatta ad una donna e relativa discriminazione quotidiana sul lavoro, specialmente quando devo mostrare un documento d’identità. Ho conosciuto le molestie sessuali, persino sul treno che mi portava all’università. Tanti hanno detto che è colpa mia se ho scelto di abbandonare i privilegi maschili per diventare una “femminuccia” ( cito testualmente ), che da maschio avevo un lavoro e una sicurezza mentre adesso non ho più alcuna certezza; devo dimostrare che non sono la trans=p####a ma sono una donna normalissima, con la sua cerchietta di amici e che tenta di vivere una vita normale.
Essere donna transessuale non è una scelta, è una necessità di vita..alternative non ve ne sono.
Con i miei figli vivo la realtà di tutte le madri, non c’è differenza, ripeto, non c’è alcuna differenza. Con questa lunga e noiosa mail ho voluto far conoscere una realtà un pò fuori dalle grandi tematiche ma pur sempre una realtà.
Grazie per l’attenzione.
Un ringraziamento speciale ai fondatori di RGR ( che spero di incontrare di persona un giorno ), un sito di cui ho sentito vagamente parlare i media televisivi ma di cui ho approfondito la conoscenza tramite il web. Ci voleva!
Baci a tutti/e
Viva la libertà, l’uguaglianza e la fraternità!
Sybilla