Sono LESBICA – la testimonianza di una madre – Rete Genitori Rainbow per #IDAHOBIT2014

16 Maggio 2014

Con profonda emozione ed orgoglio, celebriamo l’ occasione della giornata mondiale contro l’Omofobia, la Lesbofobia, la Bifobia e la Transfobia 2014 ( #IDAHOBIT ) con la testimonianza di una madre della nostra associazione, che con questa mail ci ha testimonia il suo passaggio di consapevolezza e di accettazione della sua identità.
Festa Famiglie IFE 2014 058

” Sono entrata in Rete Genitori Rainbow solo di recente, conosco da poco pochi di voi e non partecipo nemmeno ai gruppi: dalla prima volta non sono più venuta perchè il weekend con i bimbi è difficile organizzarsi. Però ci sono anche io e quel primo gruppo, il 9 di Febbraio, mi ha sconvolto la vita.

Ho scoperto i miei pregiudizi, capovolgendo la convinzione di essere una persona aperta e piuttosto libera nella mente e nei sentimenti, al limite soltanto un po’ severa con se stessa. E allora, in un percorso così destrutturante e ri-costituente, così liberatorio e intenso, vi voglio bene e mi voglio bene e riconosco che siamo ognuno, speciale e singolare, parte di qualcosa di bello e di comune.

L’altro giorno camminavo per strada e ho avuto la rivelazione – che ieri non reggevo più e ho scritto all’amica coraggiosa che tanto mi sta ascoltando ultimamente e che mi ha consigliato di entrare in Rete Genitori Rainbow. Insomma, la rivelazione:  

Sono lesbica.

Sono lesbica e quando Lei, la mia migliore amica dall’università all’infinito, quella che ora sta in campagna coi cavalli e il suo uomo e che vado a trovare la domenica coi bimbi che la chiamano zia, dopo due anni di convivenza (sì, convivenza come vivere insieme) e di vita di coppia (sì, coppia senza sesso, senza consapevolezza -io-, etero -lei-) è andata in erasmus, io mi sono sentita persa e disperata. E piangevo e pensavo che la vita è stupida e ingiusta: perché i progetti di vita insieme si possono avere solo nel matrimonio? perché le amiche non si possono sposare? E lei mi diceva: “Ma io ti voglio bene anche da lontano e io ti vorrò bene sempre e anche il matrimonio visto così è sbagliato: le persone devono essere libere e le relazioni sicure anche senza assiduità”.

Sono lesbica e Lei lo sapeva e mi ha sempre voluto bene così, lesbica e ignara. “Concentrati sempre su quello che vuoi davvero, che è bene per te. Essere felici è il nostro dovere, non il resto.”

Sono lesbica e anche alle medie e al liceo ero innamorata della mia migliore amica. Solo che ero bella e gli uomini erano pressanti. Predominanti. Tanto che potevo essere solo stronza oppure ubbidiente, a seconda. E allora il prof. di latino avanzò il problema con la mamma di lei, ragazza chiusa e attaccata a me. Strano. Le ragazze sorridono, sono piacenti o simpatiche o seduttive, piene di amiche a cianciare a ricreazione. Strana, lei.

Sono lesbica e con un uomo non ho mai davvero sofferto un amore non corrisposto e mai me ne sono chiesta il perché.

Sono lesbica e non sono strana né stronza.

Sono lesbica e i miei uomini l’hanno sempre saputo. Il vizioso, il curioso, il represso, il crocerossino, il gay inconsapevole. Ognuno a suo modo, tutti mi hanno preso “così come sono”. Mai nessuno, però, ha dato nome e dignità al mio “così come sono”. Io per prima non l’ho fatto.

Sono lesbica e quando un lui di ampie vedute voleva farlo in tre c’era sempre qualcosa che per me non andava: la presenza di lui.

Sono lesbica e per me l’indicatore del fatto che ero felice di stare con l’uomo che è diventato mio marito era che con lui stavo come con Lei e il terremoto nel mio matrimonio è arrivato quando lui ha cominciato a volersi sentire Vero Maschio Alfa anche passando attraverso squallidi stereotipi.

Sono lesbica e fino a ieri sera pensavo di essere stata innamorata di una donna solo una volta. Invece era l’unica volta in cui eravamo liberamente e apertamente innamorate entrambe, quella.
Sono lesbica e il mio non era un vizietto adolescenziale, non era per provocare né per fare la trasgressiva dark con l’anello al naso né per rendermi più interessante. E, se avevo storie con donne che non mi piacevano molto, non era perché “hai visto allora non sono lesbica”, ma era semplicemente perché quelle donne non mi piacevano molto e perché, quando mi innamoravo davvero, non potevo chiamarlo “amore” e rientrava comunque nell’ampio e alquanto diversificato range detto “amicizia”.

Sono lesbica e quando lo dico ad alta voce e quando lo scrivo piango.

Sono lesbica e ho un marito che mi ama e che amo ed entrambi siamo convinti che col matrimonio si diventa famiglia e “sangue dello stesso sangue”. Fratelli.
Sono lesbica e ho un marito che è il padre dei miei due cicciosissimi e adorati bambini.
Sono lesbica e, per quanto siamo di ampie vedute, se dovessi innamorarmi di una donna -adesso che è possibile- non so cosa potrebbe succedere. Perché lesbica sì ma altrui no.

Sono lesbica e in effetti non credo di sentire la necessità che la mia vita cambi ma, al contempo, ho un desiderio ormai impaziente, prepotente, di dire che sono lesbica, che ho amato, che ora ho capito e devono capire anche gli altri.

Ecco. Scusate se sono fuori luogo. Non reggo più. 

Faccio parte di Rete Genitori Rainbow perché sono mamma come unico punto saldo e irrinunciabile della mia vita, perché sono lesbica e adesso che lo so posso esserlo (o viceversa??),  perché ho voglia di confrontarmi con persone che mi capiscano senza giudizio né paura e ho bisogno di sentire che… siamo e sono.

Vi abbraccio, tutti, sconosciuti o meno, e vi ringrazio per il coraggio che spandete.

IDAHOBIT

 

Rete Genitori Rainbow aderisce all’appello di disegnodilegge405.blogspot.it.  Fatti una foto con hashtag #idahobit #ddl405 : stampa il cartello di rete Genitori Rainbow e condividilo sui social ( volantino da qui ddl405 )

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