Appello alle istituzioni contro approvazione legge “Anti omosessualità” in Uganda

12 Dicembre 2012

David Kato attivista per i diritti LGBT ucciso in Uganda nel gennaio 2011

Lettera alle Istituzioni

                                           Al Presidente della Repubblica
                                          Giorgio Napolitano
                                          Palazzo del Quirinale                                          Al Presidente del Senato
                                          Renato Schifani
                                          Senato della Repubblica                                          Al Presidente della Camera
                                          Gianfranco Fini
                                          Camera dei Deputati

                                          Al Presidente del Consiglio dei Ministri
                                          Mario Monti
                                          Palazzo Chigi

                                          Al Presidente della Corte Costituzionale
                                          Alfonso Quaranta
                                          Palazzo della Consulta

Appello urgente contro approvazione della c.d. legge “Anti omosessualità” in Uganda.

IllustrissimI Presidenti,

con la presente siamo ad esprimervi la grande preoccupazione che come Associazioni che si occupano della tutela dei diritti delle persone LGBT in Italia, stiamo provando per le persone omosessuali, bisessuali e transessuali che vivono in Uganda.

 Come sapete è di queste settimane la notizia che è stata ripresentata al Parlamento dell’Uganda un disegno di legge che se approvato introdurrebbe nuove norme con sanzioni ancora più gravi di quelle già esistenti contro le persone LGBT.  

Analogo disegno di legge era già stato presentato in passato ma anche a seguito delle numerose pressioni internazionali e al successivo scioglimento del Parlamento ugandese per fine legislatura, non venne approvato. 

Da amici e rappresentanti di Associazioni LGBT presenti in Uganda, sappiamo che una versione simile, se non la stessa, di quel disegno dilegge è stato nuovamente presentato e da dichiarazioni di alcuni dei firmatari, sembra che potrebbe essere approvato prima del prossimo Natale. 

L’Uganda è uno dei Paesi nel mondo che ha già una normativa contro le persone omosessuali che prevede pene molto alte ed ha una altissima percentuale della popolazione ostile nei confronti delle persone LGBT. 

La proposta di Legge attuale sembra preveda, anche se alcune fonti smentiscono, che venga introdotta anche la pena capitale, così come sono certe altre nuove tipologie di reato con relative condanne, tra le quali quelle che possono essere comminate a chi non denuncia persone omosessuali di sua conoscenza (ad esempio un genitore che non denuncia il figlio LGBT o un insegnante che non denuncia un allievo LGBT), o chi promuove l’uguaglianza ed il rispetto dei diritti delle persone LGBT. 

Già negli anni scorsi il Parlamento Europeo aveva richiamato l’Uganda al rispetto del Diritti Umani, alla depenalizzazione dell’omosessualità, così come ad assicurare alle persone LGBT in Uganda una adeguata protezione dalla violenza e ad adottare azioni tempestive contro tutti i discorsi di minaccia o odio atti a incitare alla violenza, alla discriminazione o all’ostilità contro le persone LGBT. (Risoluzione del 16 dicembre 2010 sulla cosiddetta «legge Bahati» e la discriminazione nei confronti di lesbiche, gay, bisessuali e transessuali (LGBT) in Uganda; Risoluzione del 17 febbraio 2011 sull’Uganda: l’uccisione di David Kato). 

In particolare, nella Risoluzione del febbraio 2011 il Parlamento Europeo invitava anche gli Stati Membri a far sì che la rispettiva politica estera, compresa la loro politica di cooperazione e di sviluppo, nei confronti dei paesi terzi, in relazione tanto alle autorità che alle ONG, tenesse in debita considerazione la situazione di diritti umani di tutti i gruppi minoritari, comprese la persone LGBT, al fine di assicurare che in tale ambito fossero compiuti progressi concreti. Inoltre chiedeva di ribadire il principio che per le persone esposte a rischio di persecuzione tale aspetto fosse considerato ai fini del riconoscimento dello status di rifugiato.

Per questi motivi siamo a chiedervi, nel rispetto delle Vostre prerogative di promuovere rispetto alle Autorità ugandese Vostre omologhe, tutte quelle azioni che possano impedire che la legge in oggetto possa essere approvata. 

Auspichiamo che anche Voi, al pari di altre importanti Autorità di Paesi dell’Unione Europea ed occidentali, vogliate dissuadere l’Uganda dal promulgare una legge inumana e contraria ai Diritti Umani, ai Principi dell’Unione Europea e alla nostra Costituzione.

Confidando in un Vostro riscontro, cogliamo l’occasione per porgere cordiali saluti.

 Flavio Romani – Presidente Arcigay 
Paola Brandolini – Presidente Arcilesbica
Rita De Santis – Presidente Agedo 
Porpora Marcasciano – Presidente MIT
Giuseppina La Delfa – Presidente Famiglie Arcobaleno
Cecilia d’Avos, Fabrizio Paoletti, Valentina Violino – Esecutivo Rete Genitori Rainbow

 

Riportiamo il Comunicato Stampa di Arcigay

Comunicato stampa. Movimento lgbt. Appello alle istituzioni contro approvazione legge “Anti omosessualità” in Uganda

Numerose sigle dell’associazionismo lesbico, gay, bisessuale e trans italiano hanno scritto alle somme cariche dello Stato per esprimere la loro preoccupazione per la presentazione di un progetto di legge “anti-omosessualità” in Uganda.Nella lettera, indirizzata al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, al Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Monti, al presidente della Corte Costituzionale Alfonso Quaranta, al Presidente della Camera Gianfranco Fini e al Presidente del Senato Renato Schifani, si leggeche la proposta di legge ugandese prevede “che venga introdotta anche la pena capitale, così come sono certe altre nuove tipologie di reato con relative condanne, tra le quali quelle che possono essere comminate a chi non denuncia persone omosessuali di sua conoscenza (ad esempio un genitore che non denuncia il figlio lgbt o un insegnante che non denuncia un allievo lgbt), o chi promuove l’uguaglianza ed il rispetto dei diritti delle persone LGBT”.L’associazionismo chiede alle Istituzioni di promuovere “tutte quelle azioni che possano impedire che la legge in oggetto possa essere approvata. Auspichiamo che anche Voi, al pari di altre importanti Autorità di Paesi dell’Unione Europea ed occidentali, vogliate dissuadere l’Uganda dal promulgare una legge inumana e contraria ai Diritti Umani, ai Principi dell’Unione Europea e alla nostra Costituzione”.

Le associazioni lgbt che dispongono di una articolazione territoriale poi, si impegnano a promuovere l’approvazione  di un Ordine del giornocontro la persecuzione di omosessuali, lesbiche e trans in Uganda presso le istituzioni locali. L’atto chiede alle istituzioni italiane, tra l’altro, di permettere alle vittime di discriminazione “di entrare in Europa e presentare domanda di protezione internazionale”.

Stefano Bolognini, ufficio stampa Arcigay

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